CICLOVIE PROVINCIA GORIZIA NON DIMENTICHIAMO LE CICLOVIE IN PROVINCIA DI GORIZIA “La Ciclovia Adriabike è, assieme alla Ciclovia Alpe Adria Radweg (CAAR), uno degli investimenti strategici per la Regione Friuli Venezia Giulia nel turismo sostenibile e nella rete della mobilità a due ruote. I risultati raggiunti ci consentono di presentarci in Europa con un Progetto transfrontaliero (INTERBIKE) dalle ottime prospettive di sviluppo per la nostra economia turistica“. Recita così il post dell’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Maria Grazia Santoro, in occasione della chiusura del progetto transfrontaliero Interbike, tenuta a Trieste lo scorso 6 marzo, dove ha presentato i risultati e le prospettive future della ciclovia dell’Alto Adriatico “Adriabike”. Ma leggendo il seguito del post, e soprattutto se chi lo legge è particolarmente interessato allo sviluppo del turismo sostenibile e della mobilità nella provincia di Gorizia, alcune osservazioni nascono spontanee. La ciclovia Adriabike è un percorso cicloturistico (http://www.adriabike.eu/adriabike/) che collega le città di Kranjska Gora e Ravenna, passando attraverso l’intera fascia costiera della nostra regione, attraverso quella che la ReCIR (Rete delle Ciclovie d’interesse regionale) ha denominato FVG2 – “Ciclovia del mare Adriatico”, che collega il Valico di Rabuiese al ponte di Bevazzana, entrando in provincia di Gorizia attraverso la SR14 fino all’abitato di Monfalcone per poi proseguire lungo il litorale (Marina Julia, Isola della Cona, Riserva Naturale delle foci dell’Isonzo e della Val Cavanata) fino a Grado. Ma se il tratto dal canale Isonzato a Grado è stato sapientemente progettato e realizzato dalla Provincia (come peraltro riconosciuto anche dall’assessore nel suo post), il tratto Isonzato-Moschenizza (canale che separa la provincia di Gorizia da quella di Trieste) è ancora pronto solo sulla carta, con spezzoni di tracciato già realizzati, altri percorribili oggi solo su strade secondarie, altri ancora completamente assenti, che costringono il cicloturista a percorrere pericolosi tratti di strade trafficate e pericolose (si pensi al tratto fra l’abitato di Terranova e il ponte sull’Isonzo). Per non parlare della tabellatura, oggi completamente assente. Eppure il progetto per realizzare questi 20 km esiste (è stato presentato alla stampa lo scorso mese di dicembre) ed è già finanziato ma bloccato dal patto di stabilità è quindi chiuso in un cassetto dell’amministrazione provinciale in attesa che la Regione apra gli spazi finanziari per poterlo realizzare. Non rientra questo nel progetto Adriabike? Non rientra questo fra le priorità del collegamento? Non sarebbe il caso di dare il via libera alla provincia, anche per singoli lotti, in modo da poterci avvicinare in tempi ragionevoli alla città di Trieste? Domande che poniamo direttamente all’assessorato. E guardando la cartina una seconda domanda sorge spontanea: per andare da Gorizia a Grado un cicloturista deve passare per Capodistria? Allo stato attuale delle cose sembra proprio di si, pur avendo un’asse naturale già bello pronto che è quello del fiume Isonzo. E la Regione lo sa benissimo, tanto da aver individuato questo percorso anche nella ReCIR come FVG5 – “Ciclovia dell’Isonzo”, che parte dal valico di via S. Gabriele ed arriva a Punta Sdobba. Un progetto anche questo chiuso nei cassetti della provincia, già studiato nel 2009 e ripreso in mano con importanti cambiamenti suggeriti dalla FIAB atti a valorizzare le peculiarità ambientali del nostro territorio percorrendo itinerari poco trafficati, senza pesanti interventi sul territorio. 40 km immersi nella natura, pedalando a pochi passi dal fiume color turchese, con il recupero di importanti infrastrutture abbandonate, primo fra tutte il ponte ferroviario mai utilizzato della linea Redipuglia-Cormons. Un itinerario incantevole e dalle grandi potenzialità cicloturistiche se collegato a quello sloveno, in partenza da Bovec e oggetto di notevoli interventi di riqualificazione, come testimonia la prossima inaugurazione dei 10 km che collegano Plave a Salcano, a due passi dal confine italiano, come documentato da questo articolo: http://forumgorizia.blogspot.it/2015/03/una-ricognizione-sulla-ciclovia.html. Quindi, mentre in Italia si continua a dibattere sull’apertura o chiusura di Galleria Bombi al traffico automobilistico, convinti che più parcheggi e traffico automobilistico nel centro storico risolvano i problemi del commercio, nel resto d’Europa crescono gli investimenti legati al cicloturismo, consapevoli del grande flusso economico indotto da questo tipo di turismo, lento ma non per questo povero. A sostegno di queste iniziative, nella speranza che i due progetti ivi menzionati (la ciclovia del mare Adriatico e quella dell’Isonzo) possano essere rispolverati e sostenuti dall’amministrazione regionale, il coordinamento regionale FIAB ha organizzato una manifestazione cicloturistica denominata “Un caffè a Gorizia” per il prossimo 29 marzo: una pedalata sul territorio cittadino e sulle ciclabili del Collio, per esaltare le potenzialità di questo territorio in un’ottica di turismo sostenibile. Nicola Pieri Vice presidente FIAB Monfalcone – Bisiachinbici Gruppo di lavoro Cicloturismo – Coordinamento FIAB FVG Documento pdf : NON DIMENTICHIAMO LE CICLOVIE IN PROVINCIA DI GORIZIA